Sono il fortunato successore della dinastia degli “Ambro”: la quarta generazione conservatrice del grande segreto (se così possiamo chiamare la cortesia e la professionalità) del commercio varesino di borse.

Ho vissuto in bottega sin da piccolo e già in giovane età non potevo non notare (ed annusare…) le bellissime borse in pelle sugli scaffali del negozio allora gestito dai miei nonni e poi dai miei genitori. Erano sempre quelle, magari di marche diverse, ma concettualmente simili: due manici o a tracolla, con la patella, l’importante e che fossero in pelle e made in Italy.

Poi verso la fine degli anni 80 sono esplosi fenomeni come Mandarina Duck, Guess, che hanno monopolizzato l’esposizione perché fresche, nuove, accattivanti, ma mai hanno tolto la scena alle evergreen Furla e Coccinelle!

Ora invece è tutto diverso. I brand durano 1, 2 forse 3 stagioni e poi…morto un Papa se ne fa un altro. Ma perché? Perché i mostri sacri della pelletteria che hanno monopolizzato i negozi come il mio (dei miei genitori, dei miei nonni) ora non piacciono più? Di chi è la colpa?

Le clienti finali fagocitano in maniera vertiginosa tutto ciò che viene pubblicizzato o “postato” sul web, siamo nell’era 2.0 e tutto deve essere velocissimo, anche la moda! Non è più tempo del rassicurante color cuoio o del blu…bisogna rincorrere i nuovi trend altrimenti si rischia di non essere al passo con le amiche o le colleghe di lavoro che si presentano giornalmente con la nuova borsa di grido (che rabbia….).

C’erano una volta gli stilisti, gli artigiani, gli handmade della pelletteria…ora ci sono sempre più popstar che firmano le borse! E attenzione, spesso si copiano fra loro: nelle maison ci sono stuoli di product manager che non hanno altro incarico che comprare (ovviamente con la carta di credito aziendale) borse vintage e non che poi vengono copiate, trasformate con aggiunta di particolari, cambiate di colore o aggiungendo un tessuto e/o una tasca in più.

La mia preoccupazione, da buon commerciante è trovare sempre il prodotto adatto per le mie clienti. Sembra facile, ma in realtà è complicatissimo! Provate a pensare chi saranno le clienti dei prossimi decenni, svezzati a videogiochi e facebook, orfane di una educazione al bello, alla qualità dei materiali, alle finiture…(troppe giovani donne confondono la plastica di Louis Vuitton con la pelle)…per curiosità guardate cosa c’è nel carrello della spesa di una giovane coppia e capirete!

La soluzione c’è! Ricerca del miglior brand (migliore per qualità/prezzo), attenzione, culto del prodotto: queste sono le tre parole chiave per me ed il mio staff per affrontare i duri anni a venire! Ora i nuovi brand hanno nomi furoreggianti: Liu Jo, Patrizia Pepe, Armani Jeans, Moschino, La Martina, Borbonese…tutti brand con alle spalle un background solido nell’abbigliamento! Sono cambiati i tempi? L’accessorio è ormai un giocattolo in mano ai grandi stilisti fashionist? Ai posteri l’ardua sentenza! Superclienti, stiamo arrivando! O meglio, siamo sempre qui, in Valigeria Ambrosetti a Varese!

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